martedì 26 novembre 2013

A modo tuo

Una canzone. Una poesia. Dedicata ai genitori, soprattutto alle mamme.

Perché in educazione è fondamentale dosare la propria presenza adulta, per poter lasciare spazio alla vita di chi amiamo e seguiamo.

Buon ascolto.

A modo tuo - L.Ligabue, Elisa

lunedì 11 novembre 2013

Chi l'avrebbe mai detto...?

In vista della seconda Assemblea generale e materiale  sulla CONSULENZA PEDAGOGICA che si terrà a Milano il 16 novembre 2013, alcuni blogger che ne prenderanno parte hanno deciso di lanciare in rete un blog crossing day nel quale parleranno, in un breve post, del perché hanno scelto l'educazione come professione e di come sono entrati in contatto con il gruppo Facebook "Educatori, Consulenti pedagogici e pedagogisti" da dove tutto ha avuto inizio.

I blogger che partecipano sono:
Anna Gatti, blog "E di Educazione"
Alice Tentori, autore ospite di "E di Educazione"
Monica Cristina Massola, blog "Ponti e Derive"
Elisa Benzi, autore ospite di "Ponti e Derive"
Christian Sarno, blog "Bivio Pedagogico"
Laura Ghelli, autore ospite di "Bivio Pedagogico"
Manuela Fedeli, blog "Nessi Pedagogici"
Alessandro Curti, blog "Labirinti Pedagogici"
Vania Rigoni, blog "La bottega della pedagogista"
Sylvia Baldessari, blog "Il Piccolo Doge"

I contributi saranno condivisi sui diversi Social con 
#assembleagenerale e #consulenzapedagogica


Buona lettura!





Quindici anni fa, al termine del liceo psico-socio-pedagogico, ho scelto di iscrivermi a Scienze dell'Educazione scartando Lettere e Filosofia (che mi avrebbe permesso di fare un tipo di incontri più astratto) e Psicologia, perché ho sentito intensamente di voler stare accanto alle persone in setting diversi da quelli psicoterapeutici, meno rigidi, e forse quindi anche più difficili e complessi, che mi permettessero di stare a stretto contatto con le vite altrui, segnarmi e farmi segnare nell'interazionalità dei rapporti umani, meticciando le vite. 
Ho iniziato quindi la mia vita come Educatrice professionale. A dire il vero, io di vite ne ho vissute molte, ho vissuto molto più di quello che avrei potuto avendo solo a che fare la mia vita personale. Porto con me i segni di emozioni vissute da altri, delle fatiche attraversate da altri, delle gioie e dei dolori, dei traguardi e dei fallimenti che ogni vita porta con sé e che le persone che ho conosciuto nei servizi in cui ho lavorato mi hanno donato, mi hanno affidato. Sempre con la consapevolezza di essere lì con loro per imparare e insegnare a farsene qualcosa degli accadimenti vissuti. Fare ordine, sistemare i bagagli e proseguire nell'affascinante quanto difficile viaggio che ogni vita è.

Non sono una nativa digitale per questioni anagrafiche. Sono però molto interessata al mondo digitale per tanti motivi.
Ho sempre avuto una passione nascosta per la tecnologia. Da piccola mi ricordo di essere stata la tecnologica di casa, attratta terribilmente da tutto ciò che mi apriva possibilità di conoscenza nuove. Nel trascorrere degli anni poi, ed essendo all'epoca la tecnologia molto più distante dalla vita quotidiana di ognuno di noi (eccetto per i professionisti del mestiere) me ne sono allontanata e ho impegnato anima e corpo nella bellezza di incontrare vite, a tal punto che ho deciso di fare di questa mia passione, la mia professione. Per poi sviluppare, quasi fin da subito in realtà, anche una passione profonda per la Consulenza pedagogica. Credo che l'Educazione infatti sia dia ad ogni livello professionale. Per me, formare educatori, insegnanti, fare consulenza genitoriale e attraversare setting pedagogici diversi, che vedono l'interazione di ruoli sociali diversi, ha lo stesso sapore e mi dà la stessa energia che sento, e spero di diffondere, quando calco la scena dell'Educazione di primo livello. La sostanza pedagogica rimane infatti la stessa: insegnare e imparare. Il che cosa lo determina il setting, ma il succo della faccenda non cambia. E io non riesco a non volermelo gustare.

Da qualche tempo a questa parte ho riscoperto non solo il tecnologico, ma ho anche conosciuto il digitale. Potente! Entusiasmante e pericoloso allo stesso tempo. Come la vita. Niente di più, niente di meno. E (chi l'avrebbe mai detto...?) ho cominciato ad interrogarmi sul meticciamento tra vita concreta e vita digitale. Il web 2.0, i social network, smartphone, tablet, ragazzi e adulti avviluppati in queste nuove esperienze. Servizi educativi sempre troppo poco al passo con i tempi. Adulti sempre più spaventati e con meno strumenti per accompagnare i giovani su queste nuove strade che la vita e la nostra epoca ci ha posto di fronte, su un cammino senza bivii. 

Non si può scegliere un'altra strada, oggi, se si vuole continuare a incontrare le persone!

La mia fortuna è stata di avere al mio fianco colleghe (e poi colleghi, anche) che si sono appassionati tanto quanto me a questa sfida e alcuni di loro sono diventati sicuramente più competenti di me in materia. E per me questa è una ricchezza dalla quale non voglio prescindere.
Da mesi mi confronto ogni giorno con un gruppo di Facebook che si chiama Educatori, Consulenti pedagogici e Pedagogisti. È un gruppo per professionisti dell'Educazione ma anche per educatori naturali, primi fra tutti i genitori.

Credo che il livello qualitativo raggiunto in questo gruppo su WEB sia tale da non poter credere che sia un lavoro di volontariato. E l'altro aspetto bello e particolare, è che ognuno sta mettendo del suo a seconda di come può e di ciò che sa fare, in un clima di cooperativismo che fa invidia ad ogni teoria sulla cooperazione. Proseguendo su questa strada sono convinta si possano raggiungere traguardi ben più profondi di tutti quelli che mirano per prima cosa al riconoscimento professionale, di albi e quant'altro. 

Qui si sta lavorando per rimanere vicini al cuore dell'Educazione.

Invito quindi chi di voi lettori fosse interessato a visionare il seguente link:


Manuela Fedeli - Consulente pedagogica

ED ECCO i link agli altri blog partecipanti

Christian Sarno, "Perché lo fai, disperato ragazzo mio."
Laura Ghelli, "Parole e sguardi"
Monica Cristina Massola, "In spostamento, tra uno spazio e l’altro"
Elisa Benzi, "Guest Post."

Anna Gatti, "L'educazione tracciata.

Alice Tentori, "Lascio che le cose mi portino altrove."

Alessandro Curti, "Scontrarsi con l'educazione."
  
Vania Rigoni, "Blog crossing day in bottega."

Sylvia Baldessari, "L'educazione è un incontro."

giovedì 7 novembre 2013

Gli incontri digitali sono possibili!

Non sono una nativa digitale per questioni anagrafiche. Sono però molto interessata al mondo digitale per tanti motivi.
Prima di tutto, ho sempre avuto una passione nascosta per la tecnologia. Da piccola mi ricordo di essere stata la tecnologica di casa, attratta terribilmente da tutto ciò che mi apriva possibilità di conoscenza nuove. Nel trascorrere degli anni poi, ed essendo all'epoca la tecnologia molto più distante dalla vita quotidiana di ognuno di noi (eccetto per i professionisti del mestiere) me ne sono allontanata e ho impegnato anima e corpo nella bellezza di incontrare vite, a tal punto che ho deciso di fare di questa mia passione, la mia professione. Ricordo che, al termine del liceo psico-socio-pedagogico che ho frequentato, ho scelto di iscrivermi a scienze dell'educazione scartando lettere e filosofia (che mi avrebbero permesso di fare un altro tipo di incontri, più astratto) e psicologia, perchè ho sentito intensamente di voler stare accanto alle persone, in setting meno rigidi, forse quindi anche più difficili e complessi, che mi permettessero di stare a stretto contatto con le vite altrui, segnarmi e farmi segnare nell'interazionalità dei rapporti umani, meticciando le vite. E io di vite ne ho vissute molte facendo l'educatrice, ho vissuto molto più di quello che avrei vissuto vivendo solo la mia vita. Porto con me i segni di emozioni vissute da altri, delle fatiche attraversate da altri, delle gioie e dei dolori, dei traguardi e dei fallimenti che ogni vita porta con sé e che le persone che ho conosciuto nei servizi in cui ho lavorato mi hanno donato, mi hanno affidato. Sempre con la consapevolezza di essere lì con loro per imparare e insegnare a farsene qualcosa degli accadimenti vissuti. Fare ordine, sistemare i bagagli e proseguire nell'affascinante quanto difficile viaggio che ogni vita è.
Da qualche tempo a questa parte ho riscoperto non solo il tecnologico, ma ho anche conosciuto il digitale. Potente! Entusiasmante e pericoloso allo stesso tempo. Come la vita. Niente di più, niente di meno. E ho cominciato ad interrogarmi sul meticciamento tra vita concreta e vita digitale. Il web 2.0, i social network, ragazzi e adulti avviluppati in queste nuove esperienze. Servizi educativi sempre troppo poco al passo con i tempi. Adulti sempre più spaventati e con meno strumenti per accompagnare i giovani su queste nuove strade che la vita e la nostra epoca ci ha posto di fronte, su un cammino senza bivii. Non si può scegliere un'altra strada, oggi, se si vuole continuare a incontrare le persone.
La mia fortuna è stata di avere al mio fianco colleghe (e poi colleghi, anche) che si sono appassionati tanto quanto me a questa sfida e alcuni di loro sono diventati sicuramente più competenti di me in materia. E per me questa è una ricchezza dalla quale non voglio prescindere.
Da mesi mi confronto ogni giorno con un gruppo di facebook che si chiama, Educatori, Consulenti pedagogici e Pedagogisti. È un gruppo per professionisti dell'educazione ma anche per educatori naturali, primi fra tutti i genitori.
In questo gruppo lo scambio di pensieri si è evoluto al punto tale che alcuni di noi (circa una ventina tra i 900 e passa iscritti al gruppo), tra cui me (ma questo è meno interessante), si sono incontrati in una prima assemblea a settembre per parlare di consulenza pedagogica e il 16 novembre ce ne sarà una seconda. Gli argomenti che tratteremo si riferiranno alla progettazione educativa e al rapporto tra web e consulenza pedagogica, in forma laboratoriale. Ci stiamo organizzando in forma volontaristica e ogni giorno, ritagliando tempo tra il tanto lavoro e la presenza in famiglia, portiamo avanti pezzi di progettazione. Credo che il livello qualitativo raggiunto sia tale da non poter credere che sia un lavoro di volontariato. E l'altro aspetto bello e particolare, è che ognuno sta mettendo del suo a seconda di come può e di ciò che sa fare, in un clima di cooperativismo che fa invidia ad ogni teoria sulla cooperazione. Credo che proseguendo su questa strada si possano raggiungere traguardi ben più profondi di tutti quelli che mirano per prima cosa al riconoscimento professionale, di albi e quant'altro. 
Qui si sta lavorando per rimanere vicini al cuore dell'Educazione e un lavoro del genere, di certo porterà anche a riconoscimenti professionali ben più significativi, comprensibili e apprezzati che non una lotta vecchia e stantìa portata avanti da chi ha bisogno, autoreferenzialmente, che il mondo riconosca un Titolo (tenendo presente che tutti noi, anche se attraverso strade differenti, abbiamo un bagaglio formativo e culturale grande, perchè chi ama l'Educazione e la Formazione non si esime dal formarsi e dallo studiare. Sarebbe antiparadigmatico!).

Invito quindi chi di voi lettori fosse interessato a visionare il seguente link:
Educatori, Consulenti pedagogici e Pedagogisti


A presto, su questi schermi. 
Manuela Fedeli - consulente pedagogica

E buon lavoro a tutti i miei compagni di lavoro! (Cito in maniera sparsa)
Anna Gatti
Monica Massola
Alessandro Curti
Christian Sarno
Alice Tentori
Katia Cazzolaro
Sylvia Baldessari
Elisa Benzi
Laura Ghelli
Anna Apicella
Roberta Cantù
Luca Franchini
Silvia Luraschi