mercoledì 30 aprile 2014

#pensodunquebloggo - Parole che si incontrano, pensieri che si costruiscono

Le occasioni possono venire da sé. È anche bello, però, saperle provocare, invitare. 
Snodi Pedagogici da gennaio a marzo 2014 ha stabilito l'occasione mensile del Blogging Day. Una giornata in cui diffondere sulla rete, pensieri tematici sull'Educazione. 
Ne seguiranno altri, da maggio in poi. Abbiamo però ritenuto importante fare il punto della situazione ad oggi: quali pensieri abbiamo costruito a partire da questa diffusione nella rete?
Diversi sono stati i contributi di persone interessate all'Educazione, che abbiamo ospitato sui nostri blog. Molto è l'interesse che abbiamo suscitato, mese dopo mese, anche grazie a questi contributi.
Come Snodi abbiamo quindi una responsabilità: tracciare linee di senso che, un Blogging Day dopo l'altro, abbiamo creato.




L'Educazione avviene ovunque, perché è un fatto della Vita. Da che l'Uomo "ha messo i piedi su questa Terra" e ha considerato necessario sopravvivere e quindi riprodursi, l'Educazione l'ha fatta da padrona. Diversamente dalle altre specie animali, l'Uomo va oltre i costrutti naturali, abbracciando quelli culturali che gli permettono non solo di vivere nel mondo che gli è dato, ma anche di costruirlo come meglio crede. Non voglio assolutamente dettare la supremazia dell'Umano contro il mondo animale. Sono fermamente convinta che le persone abbiano molto da re-imparare dalla naturalità, se non vogliono soccombere. Metto solo a fuoco, qui, un aspetto caratteristico dell'Umanità, quello per cui, essendo noi animali naturalmente meno attrezzati di altri, abbiamo bisogno di costrutti culturali che ci permettono di dare un futuro alla nostra specie.
In molti studiosi ne hanno parlato, io godo semplicemente e con riconoscenza dei frutti del loro pensiero. Uno su tutti, Telmo Pievani, che ora insegna Filosofia delle Scienze Biologiche al Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova.

Oggi si parla di Educazione naturale, per differenziarla da quella professionale, di cui nei decenni si è sentita la necessità, a causa delle modifiche subite dalla rete sociale.
L'Educazione naturale comprende tutti quei gesti e pensieri che, pescando dal patrimonio culturale dell'Umanità, vengono trasmessi da padri e madri ai figli, affinché i cuccioli umani crescano, vivano al meglio evitando gli errori delle generazioni a loro precedenti, curino la società che li ospita e diventino a loro volta genitori/generativi. Questo accade anche nei casi di cosiddetta "cattiva educazione". Epurando infatti il fenomeno educativo da qualsiasi connotazione morale, quando un padre e una madre trasmettono al proprio figlio una modalità per stare al mondo, l'Educazione accade.
Padri, madri e figli possono, nell'interazione tra loro, essere sostituiti da altri ruoli: nonni, zii, cugini, persone care che si prendono cura dei più giovani, mostrando loro la propria visione dello stare al mondo: cosa vuol dire far parte di un nucleo familiare? Cosa vuol dire far parte di una società? Cosa vuol dire essere Uomo e Donna e diventarlo anno dopo anno? Cosa vuol dire avere amici ed essere amico? E i nemici, dove li mettiamo? Chi è per me l'Altro-da-me? In quale Mondo vogliamo vivere? Quali scelte politiche compiere e come? Che importanza ha lo Studio e il Lavoro? L'Umanità è al centro del Mondo o ne è parte integrante tale e quale alle altre specie animali e vegetali?
Sono tutte domande implicite che ogni giorno gli esseri umani attraversano e tramite cui, consapevolmente o meno, formano le nuove generazioni che si preparano a prendere in affido il Mondo.

Ho capito che essere un genitore (e quindi educatore) non significa avere sempre tutte le risposte, ma bensì avere sempre nuove domande e saperle accogliere con positività e spirito propositivo, come sfide, occasioni per mettersi e rimettersi costantemente in discussione ed in gioco, affrontare l'imprevisto e l'inatteso sapendo di non poterlo controllare a priori. (Sara Baistrocchi - Bloggin Day di gennaio 2014, #educazionenaturale)

Accanto alla naturalità dell'Educazione, l'Istituzione più forte che le si è accostata nei secoli, è la Scuola. Migliaia e milioni di bambini e ragazzi, ogni giorno, la frequentano. Nelle ore passate tra i banchi hanno l'opportunità di confrontarsi con il sapere che l'Umanità ha codificato nei secoli e comprendere che il Mondo non è nato e non morirà con noi, ma va ben oltre e ognuno di noi può contribuire a lasciare un segno, che sarà tesoro di riflessione per chi verrà domani.

Quando un bambino si accinge ad ascoltare il suono della sua prima campanella, ha già lo zaino pieno di risorse, emozioni, una storia che viene da casa . Gli insegnanti hanno il dovere di aprire questo zaino in punta di piedi, con rispetto.
Quando anche le famiglie con lo stesso atteggiamento riaprono lo zaino una volta che i figli tornano a casa, insieme potremo davvero costruire un percorso nel rispetto delle individualità.
(Silvia Salomoni - Blogging day di febbraio 2014, #pedagogiaescuola)

Fondamentale risulta quindi essere la cosiddetta "collaborazione scuola-famiglia". Dal mio punto di vista questo non significa che genitori e insegnanti debbano essere sempre concordi in tutto. Significa invece che il mondo adulto, con responsabilità educative nei confronti dei bambini e dei ragazzi, debba imparare a stare nel confronto e nell'interazione tra ruoli. L'Educazione non necessita di concordanza di pensieri. L'Educazione permette al contrario di imparare a vivere tra pensieri anche discordanti, insegnando a compiere scelte personali.

Negli ultimi decenni, accanto alla Scuola, sono sorti numerosi Servizi educativi, definiti extra-scolastici: servizi per il tempo libero come centri di aggregazione giovanili ed educative territoriali, servizi di compensazione alle famiglie più deboli come gli interventi educativi domiciliari, gli spazi neutro, le comunità minorili, servizi diurni o di alloggio per persone disabili, le educative scolastiche (in appoggio alle fatiche della scuola nel supportare gli allievi più fragili), progetti contro la dispersione scolastica, gli sili nido, i servizi per l'affido e le adozioni, i servizi contro il disagio esistenziale più ampio come la tossicodipendenza, la tratta di vite umane, le malattie mentali e molti altri ancora.
In questi luoghi, fisici o semantici, si contribuisce a creare i cittadini di oggi e di domani, insegnando a rapportarsi con la famiglia da cui si proviene e con le Istituzioni, aiutando a conoscersi meglio attraverso le esperienze che si attraversano, che la vita ci offre o a cui ci obbliga.
In questi servizi lavorano Educatori professionali che hanno il compito di porsi come soggetti "pubblici" in ampliamento o in supporto a genitori e insegnanti.

Credo che la scuola e  tutto il resto del mondo pedagogico debbano scoprirsi ancora. E mai smettere di pensarsi parte di un unico processo. (Fabio Regis - Blogging Day di febbraio 2014, #pedagogiaescuola)

Troppo spesso questo ambito professionale assume le sembianze della Cenerentola dell'Educazione. Il fatto sociale e politico attraverso cui figure non familiari e non classicamente istituzionali siano subentrate nella vita di ciascuno di noi, in prima istanza ha raccontato di atti volontaristici e moralmente connotati. Ancora oggi se ne ritrovano segni, seppur nascosti, ma profondi. Da qui la fatica a legittimare un ruolo professionale fondamentale da che la famiglia allargata si è trasformata in nucleare. I piccoli delle famiglie, sono i piccoli dell'intera specie umana.  È fondamentale che gli adulti se ne occupino sempre e a maggior ragione laddove la famiglia o la scuola non riescono ad arrivare per problematiche specifiche oppure dovute al tempo storico in cui si vive. É fondamentale, dunque, che se ne occupi la Società.
Educazione e politica sono quindi termini e mondi strettamente connessi. Non si faccia riferimento ora alla politica dei partiti, per favore. Sto parlando della Politica intesa come arte del vivere collettivo, del governo della polis, della città, abitata quindi da persone politiche, dai cittadini.

Da tempo nella mia quotidianità cerco di creare una connessione tra il mondo educativo e quello politico perché credo che questi siano due aspetti fondamentali della vita. (Angelo Bruno - Blogging day di marzo 2014, #pedagogiaepolitica)

Educare è arte di crescere insieme. Educare è perseguire un fine comune. Educare presuppone una capacità di sintesi e lettura del contesto e dei bisogni, ma anche dei doveri di ognuno degli attori del quadro educativo proprio di unazione di responsabilità. Educare diventa quindi  un atto politico bidirezionale in cui lazione politica è sia nellatto di educare sia nellatto di ricevere un feedback dalleducando. Eun atto politico perché è ascolto. Eun atto politico perché dopo lascolto diventa dialogo e a volte anche conflitto, che per sostanziarsi in termini educativi e formativi deve essere costruttivo ovvero riflettutoalla ricerca di una nuova soluzione. (liberamente tratto da: Grazia Rita Leone - Blogging day di marzo 2014 #pedagogiaepolitica)

Cosa manca ad oggi ancora?
Nel Mondo educativo professionale a cui appartengo, manca la capacità di mostrare i nessi tra Educazione ed Economia. Scuola e Servizi educativi non sono una "fatica" per gli Stati. Sono al contrario hub di interesse per fondare la società di oggi e di domani. Investire sull'Educazione permette agli Stati di risparmiare in prevenzione e riabilitazione, che hanno costi ben più alti di un'azione educativa strutturale, a prescindere che si mostrino bisogni evidenti.
Il connubio tra Educazione ed Economia è ciò che oggi, più che mai, i professionisti dell'Educazione devono imparare: denaro e visibilità non sono solo specchietti per le allodole, non sono solo "lo sterco del Diavolo", come ancora oggi si sente dire. È l'uso che se ne fa che caratterizza, come per ogni cosa, il bene e il male di un'entità. Dobbiamo depurarci da vecchi moralismi che, anche inconsapevolmente, tengono alla briglia persino i pensieri umani più laici e costruire nuovi campi di possibilità  (cit. Riccardo Massa), perché l'Educazione professionale possa potenziarsi e affiancare sempre meglio la Madre naturale da cui si è evoluta.
La Pedagogia, Scienza strutturale dell'Educazione, ha quindi per prima il dovere di imparare a confrontarsi con i paradigmi economici, se vuole evitare di essere sempre e comunque una Scienza ancella di altre e di giungere presto alla fine dei suoi giorni.

Gli altri blog di Snodi pedagogici che partecipano a #pensodunquebloggo sono:

Il Piccolo Doge, di Sylvia Baldessari
Ponti e Derive, di Monica Massola
E di Educazione, di Anna Gatti
E di Educazione, articolo di Alessia Zucchelli
Labirinti Pedagogici, di Alessandro Curti
In Dialogo, di Elisa Benzi
Bivio Pedagogico, di Christian Sarno
Tra fantasia pensiero e azione, di Monica d'Alessandro Pozzi


Potete leggere i loro contributi QUI

...e il 12 maggio vi aspettiamo per il nuovo appuntamento di Blogging Day: #educazionEamore.
Potete inviarci contributi entro il 7 maggio!





martedì 15 aprile 2014

Dire, Fare e... Amare

Si dice spesso che oggi si fatica a stare nelle relazioni, che si sia perso il valore dello stare insieme.
Si dice spesso che oggi si fatica a trovare una passione, un qualcosa in cui credere e per cui impegnarsi.
Si dice oggi che donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini non riescano e non vogliano più impegnarsi.

Mi guardo intorno. Cerco di tappare le orecchie e sgranare gli occhi. Cosa vedo?

Vedo uomini e donne che si impegnano per tenersi un'occupazione lavorativa che permetta a loro e alle loro famiglie di sopravvivere e, magari, di vivere.
Vedo ragazzi e ragazze che studiano per costruirsi un futuro dignitoso, per come insistentemente continuano a cercare di sognarlo.
Vedo ragazzi e ragazze che cercano lavoro e che continuano a cercarlo perchè lo devono a se stessi e ai loro cari.

Vedo anche bambine e bambine affaticate fin dai primi anni scolastici, sentendosi ripetere dagli adulti che non diventeranno mai "dei grandi responsabili", eppure loro si affannano cercando di rispettare gli impegni che gli adulti scelgono per loro: sport, catechismo, corsi di lingua, di musica, compiti di scuola, danza, arrangiarsi tra una casa e l'altra nelle situazioni di separzione dei genitori, stare molto fuori casa, aspettando che i genitori tornino da lavori con orari impossibili e necessari.

E vedo famiglie divise, che compiendo scelte di nuove unioni oppure no, cercano più che possono di donare ai figli l'importante senso di famiglia e di familiarità, di presenza adulta e genitoriale, a partire dall'avvenuta necessità di una disgregazione.

Vedo coppie datate mettersi in discussione per non cedere all'abitudine e continuare a voler stare insieme per scelta.
Vedo giovani coppie decidere di avere un figlio e impegnarsi per soppesare i desideri con le responsabilità da tenere. Ci sono anche coppie che non se la sentono ancora, coscientemente persone adulte, di mettere al mondo un figlio e accettare la frustrazione di questa rinuncia.

Più scrivo e più penso di intitolare questo articolo "Dire, Fare e...Amare", perchè l'Amore, così come l'Educazione, si fa, non si dice.


A maggio Snodi Pedagogici realizzerà un Blogging Day  su #educazionEamore. Aspettando i contributi dei nostri ospiti, una mia riflessione.