Difficile aprire questa pagina
della mia storia professionale. Difficile ma bello. E dolce. E importante.
Mi ricordo bene quando arrivò la
proposta della prima collaborazione ufficiale con l’allora Studio Dedalo di
Milano, luogo in cui mi sono diplomata post
lauream in Consulenza pedagogica. È qui che ho assorbito la fondamentale
differenza tra apprendere e imparare. È qui che ho imparato dapprima il mestiere di Educare e dove poi ho
compreso a fondo il ruolo della consulenza pedagogica e ho iniziato a
praticarla. È qui che ho consolidato i fondamenti paradigmatici della Scienza
pedagogica. È qui che mi piaceva farmi prendere in giro da compagni e docenti
che mi appellavano come la Pasdaran dell’Educazione
e che ho cominciato a fare i conti con la mia esagerazione in tema di passioni.
Nell’anno e mezzo di
collaborazione ho preso parte a tre progetti consulenziali, di formazione, per tre Organizzazioni del non profit. Sorrido ora
nel ripensare a quanto ero emozionata nell’affrontarli. Oggi macino consulenze,
formazioni e progettazioni, ma allora per me era l’inizio simbolico della mia
professione. Per questo ripenso a quel tempo con dolcezza, perché mi rivedo
agli esordi e sento chiara nella pelle e nella testa l’energia che ci ho messo.
Scosse adrenaliniche da augurare a chiunque!
Dopo qualche mese dall’inizio, ho
fissato un giorno in agenda per lo Studio. Era il lunedì. Mentre nel resto
della settimana attraversavo (come oggi) in lunga e in larga la Martesana
facendo tappa nei vari servizi educativi e sociali per Cooperativa Milagro.
Ma il lunedì si stava in Studio e
si ragionava di Pedagogia interazionale e della sua evoluzione, si progettavano
conferenze e svariati eventi culturali, compresi i primi tentativi (per lo
Studio) di presenza on line. Mi
nutrivo di quei momenti come fossero pane.
Quando arrivò la notizia che lo
Studio Dedalo avrebbe chiuso i battenti, il senso di smarrimento fu grande.
Uno stralcio del logo di Studio Dedalo, preso dalla pagina di Facebook su cui si annuncia la chiusura dell'impresa, dopo 25 anni di lavoro e di ricerca in campo pedagogico.
Oggi posso dire che per me tuttosommato
è stata un fortuna. Per come ero fatta, ho avuto bisogno di uno strappo forte dai
Maestri per potermi legittimare in pieno la mia autonomia professionale.
E non solo. Negli anni mi sono
resa conto di quanto, nel mio lavoro, abbia più valore lasciare che siano le
esperienze ad in-segnare, i ruoli ad interazionarsi, tenendo la persona che
siamo sullo sfondo, per dare possibilità di libertà a coloro che accompagniamo
per un tratto di strada.
E do la buonanotte all’allieva
che sono stata e a tutte le persone mi hanno incontrata in questi anni come
educatrice, formatrice e consulente pedagogica.