La Morte comporta sempre, o quasi sempre, dolore profondo.
Quando chi muore è un personaggio pubblico per noi
rappresentativo, la tristezza ci coglie e il pensiero va al timore che i
messaggi trasmessi dal personaggio nella sua vita corrano il rischio di morire
con lui.
Poche ore fa è morto Don Gallo. Ho colto la notizia mentre
ero in servizio e me l’hanno comunicato per primi i ragazzi che, sempre
connessi a internet, mi hanno avvisato in tempo reale. Con parte di questi
ragazzi abbiamo fatto un’esperienza di volontariato sociale a luglio dello
scorso anno, presso una comunità di San Benedetto al Porto. È stata un’esperienza
importante. Talmente profonda da averci recato difficoltà nel rielaborare a
fondo, insieme ai ragazzi, i segni che ci sono rimasti sulla pelle e nel cuore.
Ho subito scritto alla coordinatrice della comunità,
Graziella. L’ho abbracciata da parte mia e della mia cooperativa, la Milagro,
dicendole di non volerla disturbare e che l’avrei richiamata nei prossimi
giorni. Immagino quanti sms come il mio stiano giungendo a tutti i collaboratori
del Gallo. Eppure Graziella mi ha risposto subito. L’umanità che la
contraddistingue è una caratteristica fondamentale di San benedetto al Porto. È
l’insegnamento primo e ultimo che il Gallo ha impresso nei suoi collaboratori e
in chi ha creduto davvero nella sua forza e nella forza dell’Uomo.
Anche a poche ore dalla tua morte, caro Don, ti devo e ti
voglio ringraziare. C’è chi, come Graziella, ha fatto suoi i tuoi insegnamenti
e li trasmette a partire dai gesti più semplici: un sms sincero e semplice in
risposta a un breve messaggio di vicinanza.
Grazie a te, Gallo, ho incontrato in forma incarnata il Credo
che per molti anni ho inseguito nella vita,
andando oltre le singole persone e i miti per incontrare la gente,
quella vera, ogni giorno: direttamente, con il mio lavoro di educatrice, ma
anche indirettamente, nella gestione e progettazione di Servizi che possano
sostenere la Comunità e il Territorio, e che quotidianamente Milagro persegue
come valori primi da diffondere, con professionalità e per cui far cultura:
condivisione e mutualità.
Ho pianto tornando in macchina dal lavoro stasera. So già
che mi mancherai. Ma so che per dare valore alla tua esistenza non devo far
altro che proseguire nel mostrare e diffondere i valori di umanità, inclusione,
rispetto, coraggio e semplicità. Senza lacrime. Almeno non troppe.
Mi auguro che i tuoi collaboratori, ora che ti sei un po’
allontanato, riescano ancor di più a farsi forza e portare avanti il lavoro in
cui credono e a cui stanno dedicando le loro vite, professionali e non. Non sarà
facile, ma lo devono a te, a se stessi e a tutte quelle persone che ogni giorno
continueranno a incontrare e che difficilmente potranno incontrare altre mani
tese sincere come le loro.
Un abbraccio a te dolce vecchio prete. E un abbraccio particolare
a Graziella, Fabio, Franca e a tutti i ragazzi e le ragazze di Frascaro e della
Casa di Quartiere di Alessandria.
Manuela – www.milagro.it
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