Le
occasioni possono venire da sé.
È anche bello,
però, saperle
provocare, invitare.
Snodi Pedagogici da gennaio a marzo 2014 ha stabilito
l'occasione mensile del Blogging Day. Una giornata in cui diffondere sulla
rete, pensieri tematici sull'Educazione.
Ne seguiranno altri, da maggio in poi.
Abbiamo però ritenuto
importante fare il punto della situazione ad oggi: quali pensieri abbiamo
costruito a partire da questa diffusione nella rete?
Diversi
sono stati i contributi di persone interessate all'Educazione, che abbiamo
ospitato sui nostri blog. Molto è l'interesse che abbiamo suscitato,
mese dopo mese, anche grazie a questi contributi.
Come
Snodi abbiamo quindi una responsabilità:
tracciare linee di senso che, un Blogging Day dopo l'altro, abbiamo creato.
L'Educazione
avviene ovunque, perché
è un fatto della Vita. Da che l'Uomo "ha messo i piedi su questa
Terra" e ha considerato necessario sopravvivere e quindi riprodursi,
l'Educazione l'ha fatta da padrona. Diversamente dalle altre specie animali,
l'Uomo va oltre i costrutti naturali, abbracciando quelli culturali che gli
permettono non solo di vivere nel mondo che gli è
dato, ma anche di costruirlo come meglio crede. Non voglio assolutamente
dettare la supremazia dell'Umano contro il mondo animale. Sono fermamente
convinta che le persone abbiano molto da re-imparare dalla naturalità, se non vogliono
soccombere. Metto solo a fuoco, qui, un aspetto caratteristico dell'Umanità, quello per cui,
essendo noi animali naturalmente meno attrezzati di altri, abbiamo bisogno di
costrutti culturali che ci permettono di dare un futuro alla nostra specie.
In molti studiosi ne hanno parlato, io godo semplicemente e con riconoscenza dei frutti del loro pensiero. Uno su tutti, Telmo Pievani, che ora insegna Filosofia delle Scienze Biologiche al Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova.
In molti studiosi ne hanno parlato, io godo semplicemente e con riconoscenza dei frutti del loro pensiero. Uno su tutti, Telmo Pievani, che ora insegna Filosofia delle Scienze Biologiche al Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Padova.
Oggi si parla di Educazione naturale, per differenziarla da quella professionale, di cui nei decenni si è sentita la necessità, a causa delle modifiche subite dalla rete sociale.
L'Educazione
naturale comprende tutti quei gesti e pensieri che, pescando dal patrimonio
culturale dell'Umanità,
vengono trasmessi da padri e madri ai figli, affinché i cuccioli umani crescano, vivano al
meglio evitando gli errori delle generazioni a loro precedenti, curino la
società che li
ospita e diventino a loro volta genitori/generativi. Questo accade anche nei casi di
cosiddetta "cattiva educazione". Epurando infatti il fenomeno
educativo da qualsiasi connotazione morale, quando un padre e una madre
trasmettono al proprio figlio una modalità
per stare al mondo, l'Educazione accade.
Padri,
madri e figli possono, nell'interazione tra loro, essere sostituiti da altri
ruoli: nonni, zii, cugini, persone care che si prendono cura dei più giovani, mostrando
loro la propria visione dello stare al mondo: cosa vuol dire far parte di un
nucleo familiare? Cosa vuol dire far parte di una società? Cosa vuol dire essere Uomo e Donna e
diventarlo anno dopo anno? Cosa vuol dire avere amici ed essere amico? E i
nemici, dove li mettiamo? Chi è
per me l'Altro-da-me? In quale Mondo vogliamo vivere? Quali scelte
politiche compiere e come? Che importanza ha lo Studio e il Lavoro? L'Umanità è al centro del
Mondo o ne è parte
integrante tale e quale alle altre specie animali e vegetali?
Sono
tutte domande implicite che ogni giorno gli esseri umani attraversano e tramite
cui, consapevolmente o meno, formano le nuove generazioni che si preparano a
prendere in affido il Mondo.
Ho
capito che essere un genitore (e quindi educatore) non significa avere sempre
tutte le risposte, ma bensì
avere sempre nuove domande e saperle accogliere con positività e spirito propositivo, come sfide, occasioni per mettersi e
rimettersi costantemente in discussione ed in gioco, affrontare l'imprevisto e
l'inatteso sapendo di non poterlo controllare a priori. (Sara Baistrocchi - Bloggin Day di gennaio 2014, #educazionenaturale)
Accanto
alla naturalità dell'Educazione,
l'Istituzione più forte
che le si è accostata
nei secoli, è la
Scuola. Migliaia e milioni di bambini e ragazzi, ogni giorno, la frequentano.
Nelle ore passate tra i banchi hanno l'opportunità
di confrontarsi con il sapere che l'Umanità
ha codificato nei secoli e comprendere che il Mondo non è nato e non morirà con noi, ma va ben
oltre e ognuno di noi può
contribuire a lasciare un segno, che sarà
tesoro di riflessione per chi verrà
domani.
Quando
un bambino si accinge ad ascoltare il suono della sua prima campanella, ha già lo zaino pieno di risorse, emozioni, una storia che viene da casa .
Gli insegnanti hanno il dovere di aprire questo zaino in punta di piedi, con
rispetto.
Quando
anche le famiglie con lo stesso atteggiamento riaprono lo zaino una volta che i
figli tornano a casa, insieme potremo davvero costruire un percorso nel
rispetto delle individualità.
(Silvia Salomoni - Blogging day di febbraio 2014, #pedagogiaescuola)
Fondamentale
risulta quindi essere la cosiddetta "collaborazione scuola-famiglia".
Dal mio punto di vista questo non significa che genitori e insegnanti debbano
essere sempre concordi in tutto. Significa invece che il mondo adulto, con
responsabilità educative
nei confronti dei bambini e dei ragazzi, debba imparare a stare nel confronto e
nell'interazione tra ruoli. L'Educazione non necessita di concordanza di
pensieri. L'Educazione permette al contrario di imparare a vivere tra pensieri
anche discordanti, insegnando a compiere scelte personali.
Negli
ultimi decenni, accanto alla Scuola, sono sorti numerosi Servizi educativi,
definiti extra-scolastici: servizi per il tempo libero come centri di
aggregazione giovanili ed educative territoriali, servizi di compensazione alle
famiglie più deboli
come gli interventi educativi domiciliari, gli spazi neutro, le comunità minorili, servizi
diurni o di alloggio per persone disabili, le educative scolastiche (in
appoggio alle fatiche della scuola nel supportare gli allievi più fragili), progetti
contro la dispersione scolastica, gli sili nido, i servizi per l'affido e le
adozioni, i servizi contro il disagio esistenziale più ampio come la tossicodipendenza, la
tratta di vite umane, le malattie mentali e molti altri ancora.
In
questi luoghi, fisici o semantici, si contribuisce a creare i cittadini di oggi
e di domani, insegnando a rapportarsi con la famiglia da cui si proviene e con
le Istituzioni, aiutando a conoscersi meglio attraverso le esperienze che si
attraversano, che la vita ci offre o a cui ci obbliga.
In
questi servizi lavorano Educatori professionali che hanno il compito di porsi
come soggetti "pubblici" in ampliamento o in supporto a genitori e
insegnanti.
Credo
che la scuola e tutto il resto del mondo
pedagogico debbano scoprirsi ancora. E mai smettere di pensarsi parte di un
unico processo. (Fabio Regis - Blogging Day di febbraio 2014, #pedagogiaescuola)
Troppo
spesso questo ambito professionale assume le sembianze della Cenerentola
dell'Educazione. Il fatto sociale e politico attraverso cui figure non
familiari e non classicamente istituzionali siano subentrate nella vita di
ciascuno di noi, in prima istanza ha raccontato di atti volontaristici e
moralmente connotati. Ancora oggi se ne ritrovano segni, seppur nascosti, ma
profondi. Da qui la fatica a legittimare un ruolo professionale fondamentale da
che la famiglia allargata si è
trasformata in nucleare. I piccoli delle famiglie, sono i piccoli
dell'intera specie umana. È fondamentale che
gli adulti se ne occupino sempre e a maggior ragione laddove la famiglia o la
scuola non riescono ad arrivare per problematiche specifiche oppure dovute al
tempo storico in cui si vive. É
fondamentale, dunque, che se ne occupi la Società.
Educazione
e politica sono quindi termini e mondi strettamente connessi. Non si faccia
riferimento ora alla politica dei partiti, per favore. Sto parlando della
Politica intesa come arte del vivere collettivo, del governo della polis,
della città, abitata
quindi da persone politiche, dai cittadini.
Da
tempo nella mia quotidianità cerco di creare una connessione tra il mondo
educativo e quello politico perché
credo che questi siano due aspetti fondamentali della vita. (Angelo Bruno - Blogging day di marzo 2014, #pedagogiaepolitica)
Educare
è arte
di crescere insieme. Educare è
perseguire un fine comune. Educare presuppone una capacità di sintesi e lettura del contesto e dei bisogni, ma anche dei
doveri di ognuno degli attori del quadro educativo proprio di un’azione di responsabilità. Educare diventa
quindi un atto politico bidirezionale in
cui l’azione politica è sia nell’atto
di educare sia nell’atto di ricevere un feedback dall’educando. E’ un atto politico perché
è ascolto. E’ un atto politico perché dopo l’ascolto diventa dialogo e a volte anche conflitto, che per
sostanziarsi in termini educativi e formativi deve essere costruttivo ovvero “riflettuto” alla ricerca di
una nuova soluzione. (liberamente tratto da: Grazia Rita Leone - Blogging day di marzo 2014 #pedagogiaepolitica)
Cosa
manca ad oggi ancora?
Nel
Mondo educativo professionale a cui appartengo, manca la capacità di mostrare i
nessi tra Educazione ed Economia. Scuola e Servizi educativi non sono una "fatica" per gli Stati. Sono al contrario hub di interesse per fondare la
società di
oggi e di domani. Investire sull'Educazione permette agli Stati di risparmiare
in prevenzione e riabilitazione, che hanno costi ben più alti di un'azione educativa
strutturale, a prescindere che si mostrino bisogni evidenti.
Il
connubio tra Educazione ed Economia è
ciò che
oggi, più che
mai, i professionisti dell'Educazione devono imparare: denaro e visibilità non sono solo
specchietti per le allodole, non sono solo "lo sterco del Diavolo",
come ancora oggi si sente dire. È
l'uso che se ne fa che caratterizza, come per ogni cosa, il bene e il
male di un'entità.
Dobbiamo depurarci da vecchi moralismi che, anche inconsapevolmente, tengono
alla briglia persino i pensieri umani più
laici e costruire nuovi campi di possibilità (cit. Riccardo Massa), perché l'Educazione
professionale possa potenziarsi e affiancare sempre meglio la Madre naturale da
cui si è evoluta.
La Pedagogia, Scienza strutturale dell'Educazione, ha quindi per prima il dovere di imparare a confrontarsi con i paradigmi economici, se vuole evitare di essere sempre e comunque una Scienza ancella di altre e di giungere presto alla fine dei suoi giorni.
La Pedagogia, Scienza strutturale dell'Educazione, ha quindi per prima il dovere di imparare a confrontarsi con i paradigmi economici, se vuole evitare di essere sempre e comunque una Scienza ancella di altre e di giungere presto alla fine dei suoi giorni.
Gli altri blog di Snodi pedagogici che partecipano a #pensodunquebloggo sono:
Il Piccolo Doge, di Sylvia Baldessari
Ponti e Derive, di Monica Massola
La Bottega della Pedagogista, di Vania Rigoni
Labirinti Pedagogici, di Alessandro Curti
In Dialogo, di Elisa Benzi
Bivio Pedagogico, di Christian Sarno
Tra fantasia pensiero e azione, di Monica d'Alessandro Pozzi
Potete leggere i loro contributi QUI
...e il 12 maggio vi aspettiamo per il nuovo appuntamento di Blogging Day: #educazionEamore.
Potete inviarci contributi entro il 7 maggio!
...e il 12 maggio vi aspettiamo per il nuovo appuntamento di Blogging Day: #educazionEamore.
Potete inviarci contributi entro il 7 maggio!
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