giovedì 12 marzo 2015

#storia0: perchè da dove si proviene, è importante

Ho capito di voler lavorare nel mondo educativo in quinta Liceo, arrivato il momento di pensare alla facoltà universitaria da scegliere. Ero molto interessata a lettere moderne, che poi ho scartato perché non volevo restringere l’ambito educativo al solo insegnamento scolastico. Ho scartato poi psicologia, perché avevo voglia di stare a contatto con le persone, fianco a fianco. Ed ecco che iscrivermi a Scienze dell’Educazione è diventata la scelta ovvia. E, con il passare del tempo, anche proprio giusta per me.

A dirla tutta, l’università è l’unico grado scolastico che rifarei al volo! Mi hanno appassionato gli argomenti, mi ha appassionato l’ambiente accademico e di scambio con compagne e compagni. Appena potevo ero là, nell’edificio U6 di Milano-Bicocca, anche quando non c’era lezione. Per studiare e respirare quell’aria che, per me, proveniente da un piccolo paesino di Provincia, ha aperto sogni e possibilità.
Chi conosce la zona sa che non è proprio quella che si può dire essere una bella zona. E a maggior ragione non lo era allora, quando il polo universitario era appena stato aperto e tutto intorno regnavano gli scheletri di vecchie industrie man mano abbattute per dar la possibilità ad abitazioni, locali e servizi di generarsi e proliferare. Era il 1999. Però vi assicuro che in mezzo a quel grigiore, tra i corridoi dell’edificio e i suoi chioschi che davano respiro al cemento imperante, io ho trovato la mia strada. E ricordarlo ora, con voi, mi emoziona ancora.

E’ stato qui che ho scoperto lo spazio della pedagogia all’interno del vasto mondo delle scienze umane. Ho incontrato la specificità pedagogica, soprattutto incontrando Riccardo Massa e i suoi allievi, partecipando alle loro lezioni e studiando i loro testi. E le mani mi prudevano. Era tanta la voglia di metterle in pasta! Perché se ‘la pedagogia è la scienza strutturale dell’educazione’, ed una scienza necessariamente teorico-prassica, io sapevo che non potevo solo studiarla, dovevo anche praticarla.

Ho però tenuto duro. Ho dato precedenza agli studi facendo mille lavori nel frattempo per mantenermi e poi, poco prima di discutere la tesi, sono entrata nel mondo dell’educazione professionale.

Da allora sono trascorsi undici anni. Ho lavorato in più organizzazioni del Terzo settore e ho attraversato quasi tutti i servizi educativi ad oggi esistenti. Non solo. Da 8 anni a questa parte ricopro anche più ruoli, passando dai panni dell’educatrice, a quelli di coordinatrice, orientatrice, formatrice e consulente. Tutto all’interno all’interno della stessa settimana. Mica male vero? A me piace moltissimo!

Come capirete il materiale da raccontare è molto. Ho bisogno quindi di operare una forte selezione, per non annoiare voi e per evitare che io mi disperda.

Decido perciò di iniziare un viaggio nella mia storia professionale, accompagnandovi tra tematiche e luoghi professionali che ho incontrato, alla ricerca della composizione del puzzle che è la mia vita professionale.




L’immagine è stata tratta dal film Puzzle, di Paul Haggis, e liberamente modificata da Roberto Macalli - Stampa&Rigenera








Mi auguro vi venga un po’ di voglia di fare questo viaggio insieme a me e vi do appuntamento a lunedì 16 marzo, per raccontarvi la #storia1.

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